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La mostra ‘Lou Reed: Caught Between the Twisted Stars’ a New York

Come anticipato, lo scorso 9 giugno ha aperto presso la New York Public Library la mostra “Lou Reed: Caught Between the Twisted Stars”, che andrà avanti fino a marzo 2023. Eccovi ulteriori informazioni e alcune foto.

Una delle prime cose a colpire è la quantità e la tipologia di materiale che Lou Reed ha conservato negli anni: degno figlio di un contabile, ha conservato con disciplina centinaia di ricevute, compresa quella di 13,50 dollari per l’acquisto del collare di pelle che indossa sulla copertina di “Rock N Roll Animal” (per curiosità: acquistato presso il sexy shop “Pleasure Chest” nel West Village, ancora in attività dal 1972).

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La foto scelta come locandina della mostra

È stato su richiesta dell’artista Laurie Anderson, moglie di Lou Reed, che Jason Stern e Don Fleming hanno iniziato a catalogare la vasta gamma di oggetti di Reed poco dopo la sua morte, nel 2013. Stern è stato assistente di Lou negli ultimi anni, mentre Fleming è un archivista che in passato ha suonato nel gruppo Half Japanese con Moe Tucker, ex compagna di Reed nei Velvet Underground. E quando è arrivato il momento di allestire la mostra, hanno ricevuto l’aiuto della Anderson.

Laurie è stata un po’ il nostro barometro“, ha detto Fleming. “Avevamo molto più materiale… forse il triplo di quello che c’è ora. E lei ci ha detto: ‘Dovete toglierne più della metà‘ “.

Nonostante ciò, è rimasto davvero molto da scoprire su Reed. In una sala sono esposte le sue poesie, dalle opere che ha pubblicato a una audiocassetta che contiene una lettura di poesie alla Saint Mark’s Church.

Desideravamo davvero mettere in evidenza che al centro di tutto c’era il suo desiderio di essere uno scrittore e un poeta“, ha aggiunto Fleming. “È per questo che il suo lavoro è così letterario… È lì che batteva il suo cuore“.

E ci sono anche scoperte musicali, come una serie di demo e altro materiale inedito che mostrano il processo creativo e l’evoluzione di un genio sperimentale. “La collezione audio è ricchissima, devo dire. Si tratta di materiale davvero incredibile“, ha detto Stern, evidenziando quello che può essere un precursore dell’album di Reed del 1975, “Metal Machine Music“. “C’è un nastro chiamato ‘The Electric Rock Symphony’. Dura circa 40 minuti: i primi 20 minuti sono di feedback di chitarra e i secondi 20 minuti sono una sorta di deliziosa esecuzione al pianoforte“.

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La mostra rivela anche il lato più dolce della relazione tra Reed e Tucker, compresi i biglietti di San Valentino che si inviavano a vicenda chiamandosi “Tesoro”,  e le foto che li ritraggono mentre si tirano una palla da football. “Non riuscivo a credere di vedere Lou con in mano una palla da football“, ha detto Stern. “È stata la cosa meno attesa che avremmo potuto trovare nella nostra collezione“.

Sebbene le chitarre di Reed siano forse tra le cose più attese, ci sono anche la sua carta astrologica, lettere personali e una sala dedicata alla sua collezione di dischi in vinile che mostra la sua predilezione per i singoli doo-wop e i bootleg. L’esposizione illustra anche le diverse forme musicali che ha assunto nel corso della sua leggendaria carriera.

La mostra adotta un approccio semi-cronologico, ma divide gli aspetti della carriera di Reed in modo tematico, con sale dedicate al suo lavoro con i Velvet Underground – negli anni ’60 e quando la band si riunì brevemente negli anni ’90 – seguite da una sala dedicata alla poesia che rappresenta il periodo creativamente ricco tra lo scioglimento dei Velvet Underground e la carriera solista di Reed. Il fulcro della mostra, che Fleming e Stern hanno chiamato “sala del realismo passionale”, come le note di copertina dell’album Metal Machine Music del 1975, comprende i circa 40 anni di carriera di Reed dopo i Velvet.

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Testi autografi

Caught Between the Twisted Stars comprende anche una sala di proiezione. “Non solo avevamo centinaia di ore di audio che nessuno aveva mai ascoltato, ma Lou aveva raccolto, accumulato una grande quantità di video, per lo più testimonianze di lui in programmi televisivi o simili. Così abbiamo realizzato un’intera giornata di proiezioni di materiale proveniente da quella collezione“, ha detto Fleming.

I due curatori hanno spiegato anche che volevano che la voce di Reed si “sentisse” in tutta la mostra. “Vedrete il testo di Lou su tutte le pareti, perché ogni sezione riguarda il suo modo consapevole di sapere cosa stava facendo quando si tratta di ogni aspetto della sua carriera. Lou è stato molto schietto sulle sue decisioni, sul suo processo e sulle sue intenzioni“, ha detto Stern. “Abbiamo lasciato che il protagonista parlasse per se stesso ogni volta che abbiamo potuto“.

Voglio che la gente si possa rendere conto che Lou era un artista che non ha mai smesso di evolversi. Quell’uomo conteneva moltitudini“.

INFORMAZIONI

La mostra è stata inaugurta lo scorso 9 giugno e durerà fino al 4 marzo 2023, più o meno in concomitanza con l’anniversario della nascita di Lou.

Dove: New York Public Library for the Performing Arts at Lincoln Center

Indirizzo: 40 Lincoln Center Plaza, New York

Sito: link

Costo: la mostra è gratuita

GALLERIA FOTOGRAFICA

Staff

Lo Staff di LouReed.it è composto da Daniele Federici, fondatore e webmaster, e Paola Pieraccini. Daniele Federici ha collaborato con importanti testate musicali ed è autore del libro "Le canzoni di Lou Reed" edito da Editori Riuniti. Ha avuto con Lou Reed una conoscenza affettuosa e duratura. Paola Pieraccini è un'imprenditrice fiorentina.

4 Commenti

    1. Probabilmente non hai letto le ultime notizie pubblicate prima di questa … I demo del 71 e quelli del 65 sembrano essere solo l’inizio di una serie di pubblicazioni. Il box di New York conteneva demo inediti e live. Insomma: il materiale sta uscendo con intelligenza e attenzione.

  1. Si ma hanno cominciato solo da qualche mese. Sono quasi 9 anni che e’ morto. In ogni caso megllio tardi che mai. Grazie per il sito. Siete mitici!!!

  2. E’ vero, “con intelligenza e attenzione”. Eppure, non so perché, mi sembra che Lou stia facendo la fine di Zappa (e credetemi, pur apprezzando entrambi, non mi riesce facile metterli nella stessa scatola), ovvero quella di sparire poco a poco. Per Bowie -per fortuna- non avverto lo stesso declino, nell’immaginario popolare, anzi (e per fortuna, aggiungo), quindi non è l’essere vivi – o, purtroppo scomparsi- la discriminante (come del resto prova il successo duraturo di Doors o Queen -glub-). Mi vien fatto di chiedermi se per caso non abbiano esaurito la loro funzione storica e che da questo dipenda la freddezza del presente nei loro confronti. O forse, è che ora come allora , al di là dell’apparente accettazione della cultura mainstream, rimangono figure scomode e poco gestibili? A dire la verità, mi piace crederlo.. Sia come sia vi ringrazio ancora una volta per il vostro importante lavoro.

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