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‘Why Don’t You Smile Now’: Lou Reed prima dei Velvet Underground

Il prossimo 27 settembre verrà pubblicato dall’etichetta discografica Light in the AtticWhy Don’t You Smile Now: Lou Reed at Pickwick Records 1964-65“, un album che raccoglie le primissime registrazioni di Lou Reed realizzate ben prima della fondazione dei Velvet Underground. Si tratta di un documento prezioso per ripercorrere gli esordi di uno degli artisti più influenti nella storia del rock.

Gli anni di Lou Reed alla Pickwick Records

Prima di diventare una delle icone del rock alternativo, Lou Reed mosse i primi passi nell’industria musicale lavorando come compositore e session man per la Pickwick Records, una casa discografica specializzata in dischi a basso costo. Tra il 1964 e il 1965, Reed scrisse decine di brani per vari artisti dell’etichetta, spaziando tra diversi generi come il pop, il rock’n’roll, il doo-wop e il folk.

Molte di queste canzoni finirono su compilation e album di artisti minori, venendo pubblicate senza che il nome di Reed comparisse nei crediti. Altre rimasero nel cassetto e non videro mai la luce. Questo periodo “sommerso” della carriera di Reed, definito “il periodo Pickwick”, è stato per anni oggetto di ricerche da parte di collezionisti e appassionati, che hanno cercato di ricostruire il catalogo completo delle sue composizioni per la Pickwick.

I brani contenuti nel disco

Lou Reed Why Don't You Smile Now Pickwick 1

Grazie al lavoro di ricerca e restauro audio della Light in the Attic, “Why Don’t You Smile Now” permette finalmente di ascoltare nella loro interezza 25 brani composti da Reed per la Pickwick, molti dei quali non più ripubblicati dai tempi della loro uscita originale a metà anni ’60. Si tratta quindi di un’occasione imperdibile per riscoprire questo materiale rarissimo.

Alcuni di questi brani hanno visto la luce, negli anni, in varie edizioni bootleg o online. Ma questa è la prima raccolta ufficiale di questi brani.

Ecco la tracklist completa dell’album:

  1. The Ostrich – The Primitives
  2. Cycle Annie – The Beachnuts
  3. I’m Gonna Fight – The Hi-Lifes
  4. Soul City – The Hi-Lifes
  5. Oh No Don’t Do It – Ronnie Dickerson
  6. Love Can Make You Cry – Ronnie Dickerson
  7. Teardrop In The Sand – The Hollywoods
  8. You’re Driving Me Insane – The Roughnecks
  9. Sneaky Pete – The Primitives
  10. Wild One – Terry Philips
  11. Really – Really – Really – Really – Really – Really Love – Spongy And The Dolls
  12. Soul City – The Foxes
  13. Ya Running, But I’ll Getcha – The J Brothers
  14. We Got Trouble – Beverley Ann
  15. Why Don’t You Smile – The All Night Workers
  16. Johnny Won’t Surf No More – Jeannie Larimore
  17. Tell Mamma Not to Cry – Robertha Williams
  18. Maybe Tomorrow – Robertha Williams
  19. Flowers For The Lady – Terry Philips
  20. This Rose – Terry Philips
  21. Surfin’ – The Surfsiders
  22. Little Deuce Coupe – The Surfsiders
  23. Sad, Lonely Orphan Boy – The Beachnuts
  24. I’ve Got a Tiger in My Tank – The Beachnuts
  25. What About Me – Ronnie Dickerson

La scaletta presenta un mix di canzoni inedite e brani già pubblicati. Non poteva di certo mancare quello più leggendario: “The Ostrich” dei Primitives, che ha acquisito uno status di culto e ha svolto un ruolo significativo nella formazione della Velvet Underground, anticipandone anche alcune sonorità. Un’altra aggiunta è “Sad, Lonely Orphan Boy” dei Beachnuts, che non era mai stata pubblicata ufficialmente fino ad ora, rendendola una delle rarità più interessanti dell’album. Ma di brani praticamente inediti, ce ne sono.

Molti altri brani inclusi nell’album sono già stati presentati in varie raccolte nel corso degli anni, sebbene i dettagli specifici sulle loro precedenti pubblicazioni possano risultare difficili da rintracciare. Tra questi, “I’m Gonna Fight” dei Hi-Lifes e “Love Can Make You Cry” di Ronnie Dickerson sono esempi di canzoni che potrebbero essere state incluse in compilation di artisti o raccolte di musica pop degli anni ’60.

Ci sono poi state alcune pubblicazioni non ufficiali, come bootleg e raccolte di rarità, che hanno coperto in parte il periodo Pickwick. Questo album rappresenta quindi un’importante antologia del lavoro di Reed durante quegli anni, con un mix di inediti e brani pubblicati molti anni fa su raccolte sconosciute e raccolti qui per la prima volta in maniera ufficiale.

Un tassello fondamentale per capire la formazione artistica di Lou Reed

Lou Reed Why Don't You Smile Now Primitives
I Primitives

Questi brani sono un documento imprescindibile per tutti gli appassionati di Lou Reed e del rock in generale. Queste registrazioni giovanili ci mostrano il futuro leader dei Velvet Underground muovere i primi passi nel music business, affinando le sue doti compositive e strumentali.

Pur trattandosi spesso di musica “su commissione”, scritta per assecondare i gusti del pubblico giovane dell’epoca, molte delle canzoni contenute nel disco anticipano i temi e lo stile che Reed svilupperà nei successivi capolavori come “The Velvet Underground & Nico” e “Transformer“. Le provocazioni sessuali, il gusto per il grottesco e il kitsch, il fascino per il lato “dark” della cultura pop: tutti elementi già presenti, in nuce, nei brani della Pickwick Records.

Ma l’importanza degli anni alla Pickwick va oltre il semplice valore documentaristico delle registrazioni. Fu proprio in questo periodo che Lou Reed affinò le sue capacità di scrittura e maturò la sua visione artistica. Dovendo comporre quasi quotidianamente brani per gli artisti dell’etichetta, Reed sviluppò una straordinaria abilità nel confezionare canzoni orecchiabili ma al tempo stesso ricche di spunti originali e anticonvenzionali. Un’abilità che avrebbe messo pienamente a frutto nei capolavori dei Velvet Underground e della sua carriera solista.

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Inoltre, fu proprio durante la permanenza di Reed alla Pickwick che si verificò un incontro destinato a cambiare il corso della storia del rock: quello con John Cale. Nel 1964, per la registrazione del brano “The Ostrich”, Reed volle sperimentare una particolare accordatura della chitarra, con tutte le corde sulla stessa nota. Per eseguire il brano, furono chiamati in studio diversi musicisti tra cui Per realizzare questo il giovane musicista gallese John Cale, che all’epoca muoveva i primi passi nella scena avanguardista newyorkese.

L’incontro tra Reed e Cale si rivelò folgorante. I due scoprirono una profonda affinità artistica e umana, iniziando a collaborare assiduamente anche al di fuori degli studi Pickwick. Insieme ad altri due musicisti conosciuti in quel periodo, Sterling Morrison e Maureen Tucker, Reed e Cale formarono i Velvet Underground, dando vita a uno dei sodalizi più influenti e rivoluzionari nella storia del rock.

Senza l’esperienza formativa alla Pickwick, che permise a Reed di sperimentare e di entrare in contatto con altri musicisti come Cale, probabilmente i Velvet Underground non sarebbero mai nati, o non sarebbero stati gli stessi. Non è quindi solo un affascinante tuffo nel passato, ma un tassello essenziale per capire la genesi di una delle band più importanti di sempre.

Non è un caso che il primo brano su cui la coppia abbia mai collaborato, sia proprio quello che dà il titolo all’album.

The Ostrich

Nel 1964 Lou Reed incise un singolo intitolato “The Ostrich“. Questo brano è considerato da molti un importante precursore del punk rock e della noise music per l’utilizzo pioneristico della cosiddetta “Ostrich guitar tuning“, ovvero l’accordatura di tutte le corde della chitarra sulla stessa nota.

Lou Reed The Ostrich Pickwick

Questa tecnica, ideata dallo stesso Reed, crea un suono dissonante e ipnotico, che verrà poi ampiamente sperimentato ed elaborato nei lavori successivi dei Velvet Underground. “The Ostrich, pur essendo ancora acerbo e lontano dalle vette raggiunte in seguito da Reed, contiene già in nuce alcune delle caratteristiche stilistiche e attitudini che informeranno la produzione dei Velvet: amore per la sperimentazione e volontà di creare un rock abrasivo, lontano dagli stilemi melodici del periodo.

Ma l’importanza di “The Ostrich” non si limita al suo valore intrinseco come brano pioneristico. Infatti, fu proprio grazie a questo singolo che Lou Reed incontrò John Cale, evento che porterà alla nascita dei Velvet Underground.

Reed e Cale si conobbero nel 1964. La Pickwick Records, per sfruttare il successo di “The Ostrich“, formò un gruppo chiamato The Primitives per promuovere il singolo. Cale, che all’epoca era un giovane musicista gallese con una formazione classica e un interesse per la sperimentazione, venne reclutato come bassista.

I due musicisti scoprirono subito una profonda affinità artistica e iniziarono a collaborare anche al di fuori dei Primitives. Le loro sperimentazioni con la “Ostrich guitar tuning“, unita all’utilizzo non convenzionale della viola da parte di Cale, gettarono le basi per il suono unico e innovativo che avrebbe caratterizzato i primi album dei VU.

I Primitives portarono in tour “The Ostrich” come gruppo dal vivo, esibendosi in vari locali newyorkesi. Sebbene la band ebbe vita breve, l’esperienza fu fondamentale per consolidare il sodalizio tra Reed e Cale, che presto reclutarono Sterling Morrison e Angus McLise (poi sostituito da Maureen Tucker) per formare i Velvet Underground, destinati a diventare una delle band più influenti nella storia del rock.

Nel 2015 l’animatrice Leah Shore ha realizzato un videoclip per “The Ostrich” in cui immagini psichedeliche e surreali, realizzate in uno stile che rimanda al collage e al cut-up, accompagnano il brano, sottolineandone il carattere allucinatorio e ipnotico. Eccolo di seguito.

Dettagli sulle edizioni

Why Don’t You Smile Now: Lou Reed at Pickwick Records 1964-65” sarà disponibile in un’edizione in vinile di alta qualità, curata con la consueta attenzione dalla Light in the Attic Records. L’album sarà stampato su vinile a 180 grammi e verrà masterizzato a partire dai nastri analogici originali, per restituire tutto il calore e la profondità delle registrazioni d’epoca.

La confezione includerà una copertina apribile con foto rare e dettagliate note di copertina a firma del giornalista e scrittore Richie Unterberger, uno dei massimi esperti di Lou Reed e dei Velvet Underground. Unterberger ha ricostruito minuziosamente la storia delle registrazioni Pickwick di Reed, intervistando i collaboratori dell’epoca e attingendo a documenti d’archivio inediti. E’ presente anche un saggio di Lenny Kaye, leggendario chitarrista e co-fondatore del Patti Smith Group.

Il booklet della versione in vinile consta di 20 pagine, mentre quella in CD, per le sue dimensioni ridotte, è di 40 pagine.

La confezione del doppio LP è stata progettata dall’artista pluripremiato Masaki Koike già autore delle splendide edizioni precedenti pubblicate dalla Light in the Attic. Oltre all’edizione in vinile nero, è disponibile una speciale in vinile colorato, realizzata in cera “Oxblood” (rosso sangue di bue, i lati A e B) e “Gold” (dorato, per i lati, C e D).

Valore e acquisto

Questa raccolta non può di certo essere definito un album imprescindibile per tutti gli appassionati di Lou Reed e del rock, come non lo sono stati i precedenti sfornati dalla Light in the Attic in collaborazione con il Lou Reed Archive. Ma è senz’altro un tassello importantissimo per capirne a pieno la genesi e lo sviluppo successivo della sua carriera. Grazie al certosino lavoro di riscoperta della Light in the Attic, queste registrazioni giovanili ci restituiscono un ritratto inedito di Reed agli esordi, mostrandoci il percorso formativo che lo porterà a diventare uno dei massimi songwriter del suo tempo.

La filosofia di queste pubblicazioni (“Words & Music, May 1965“, “Hudson River Wind Meditations“) è quella di approfondire gli aspettati della storia di Lou Reed meno noti, quasi un’analisi filologica e storica. Le altre pubblicazioni sono lasciate alle major (la splendida edizione per i 35 anni dell’album “New York”, e la raccolta I’m So Free: The 1971 RCA Demos” tra le altre).

Al momento, come accaduto per le altre pubblicazioni, è possibile preordinare il disco tramite i siti dell’etichetta e quella dell’Archive. Resta sempre il problema, irrisolvibile, dei costi di spedizione che superano quelli del vinile. Il vinile si aggira sui 35 euro, e i costi di spedizione più economici sono circa 37 euro.

Per i collezionisti può valer la pena l’acquisto dell’edizione limitata in colore giallo e rosso. Per chi non è interessato, conviene attendere che l’edizione standard in vinile nero compaia su Amazon o su altre piattaforme analoghe.

Vinile Standard

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Vinile Limitato

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Compact Disc

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Staff

Lo Staff di LouReed.it è composto da Daniele Federici, fondatore e webmaster, e Paola Pieraccini. Daniele Federici ha collaborato con importanti testate musicali ed è autore del libro "Le canzoni di Lou Reed" edito da Editori Riuniti. Ha avuto con Lou Reed una conoscenza affettuosa e duratura. Paola Pieraccini è un'imprenditrice fiorentina.

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